La cucina del Monastero parte dalla tradizione isolana per guidarvi tra i sapori del Mediterraneo
Aperto esclusivamente a cena e solo su prenotazione, il nostro ristorante garantisce la massima cura e tranquillità ai suoi ospiti grazie alla scelta di un unico turno di servizio con soli 10 tavoli.
Prenota un tavoloLo spettacolo dell'isola e del Borgo di Ischia Ponte che si accendono dopo il tramonto: un privilegio unico.
La stessa vista che, dopo una giornata di preghiera, ripagava le monache del convento cinquecento anni fa, oggi regala ai nostri ospiti una parentesi di serenità.
Benvenuti nella nostra cucina
In origine c'era il desiderio di riproporre le ricette della nostra famiglia per gli ospiti dell'albergo. Oggi la nostra cucina è per tutti un ulteriore segno di accoglienza che arricchisce l'esperienza de Il Monastero e di Ischia.
La storia de Il MonasteroLa nostra ricetta
Gli spaghetti del Monastero
Il piatto con il quale nostro padre accoglieva a cena gli amici artisti. Pinoli, uvetta, spaghetti al dente e menta: una ricetta tanto semplice quanto difficile da realizzare come si deve.
Il nostro chef l’ha perfezionata e oggi è la firma de La cucina del Monastero.
La ricetta completaIl nostro Chef
Michelangelo Iacono
Definire la nostra cucina ci ha richiesto molto tempo.
Michelangelo è con noi da oltre 10 anni: è originario della parte alta di Ischia, una parte che è rimasta autentica e la cui cucina è ancora legata alle tradizioni di un'isola dalla vocazione contadina. Questo gli ha permesso di entrare in contatto con la frugalità di questo luogo e con la sua esigenza: essere sé stessi, in tutta semplicità.
I menu degustazione de Il Monastero, un omaggio alle tradizioni di Ischia
Anticamente Ischia era divisa tra Merecoppe (sopra al mare) — i territori collinari isolani, per lo più a vocazione rurale — e Merevascio (giù al mare) — le zone costiere dell'isola —.
Le profonde differenze si esprimevano anche a tavola: cucina di terra dal sapore rustico e deciso quella di Merecoppe, più delicata e di mare quella di Merevascio. A Merecoppe si viveva dei frutti della campagna, si allevavano conigli, si faceva il vino mentre a Merevascio erano quasi tutti pescatori o piccoli commercianti.
Ogni tanto questi due mondi si incontravano, grazie al Cala cala: dalle terre i contadini calavano una cesta colma di verdure, vino e carne ai pescatori che aspettavano sulle barche; la cesta risaliva dal mare piena di pesci freschi e lucenti.
Proprio a Michelangelo — O’ merecoppese — va riconosciuto il merito di avere voluto omaggiare entrambe le tradizioni isolane, declinando in cucina — per primo a Ischia — i concetti di Merecoppe, Merevascio e Cala cala (che mescola ad arte le prime due), con la creazione dei menu degustazione che caratterizzano la nostra offerta.
La carta dei vini
Castello, il vino de Il Monastero
Nella vigna alle spalle dell'orto-giardino, proprio all'interno delle mura del Castello, nasce il nostro Biancolella D.O.C.: insieme a Casa D'Ambra ne produciamo circa 600 bottiglie all'anno, esclusivamente per la cucina del Monastero.
Castello, il nostro vinoL'orto-giardino: da sempre fonte di sostentamento per il monastero
Molti prodotti vengono raccolti direttamente nel nostro orto-giardino: vi consigliamo di esplorarlo passeggiando tra erbe aromatiche, piante officinali, fiori e sentori del Mediterraneo.
L'orto-giardinoI testi dei paragrafi "Benvenuti nella nostra cucina" e "Il nostro chef: Michelangelo Iacono" sono tratti dall'articolo/intervista "Un castello in mezzo al mare" pubblicato nel libro "Dimore d'Italia. Recettes secrètes des palais italiens" edito da Hachette, a cura di Alba Pezone.